Terre Mosse 2022 – “Mai smettere di guardare avanti”, l’incontro a 10 anni dal sisma

Dieci anni fa il tessuto sociale e imprenditoriale della Bassa Modenese è stato segnato dal terremoto che  ha segnato la vita di intere comunità.

Molti imprenditori dell’area nord modenese, con grande forza e coraggio, hanno da subito saputo reagire a tutela della continuità aziendale; l’esperienza della rete Terre Mosse è un esempio di questa capacità di guardare avanti.

Dopo dieci anni quegli stessi imprenditori e i rappresentanti delle istituzioni di allora si sono incontrati per ricordare quell’esperienza e rivolgere un giusto ringraziamento alle persone che la affrontarono, sotto la pressione di grandi responsabilità e con conseguenze che in alcuni casi hanno segnato le loro stesse vite.

All’incontro erano presenti tutti i Sindaci dell’Area Nord e i principali responsabili della Regione in carica ai tempi del Sisma oltre ad alcuni amici di Radio Pico che hanno aiutato Terre Mosse in quei giorni difficili.

 





Queste le parole di Gian Carlo Muzzarelli, nel 2012 Assessore Regionale Emilia Romagna: “Il ricordo è innanzitutto di grande sofferenza per i lutti, per le distruzioni, per questo terremoto che abbiano definito del 2% perché colpiva il 2% del PIL del nostro Paese, non solo del nostro territorio, ricordo qualcosa di drammatico e pesante. Ma ricordo anche la reazione. Ricordo il tenere botta, ricordo la reazione degli imprenditori, dei lavoratori, che facevano uscire le macchine dalle imprese per continuare a produrre, per continuare a dare speranza. E l’impegno della regione è stato un impegno molto forte. Dovevamo caricare e dare speranza, caricare e dare energia e soprattutto dare delle risposte. In quel momento la necessità era di ricostruire la fiducia. La fiducia nelle relazioni. E quindi il grande lavoro serale, dell’incontro con gli imprenditori. Della dinamica delle relazioni. E soprattutto di una tradizione storica del nostro territorio: darsi la mano, guardarsi negli occhi. E quindi, insieme, di decidere che era possibile. Cercando di chiedere quello che era giusto, e non altro. E cercare di averlo, quello che era giusto, perché qui si doveva ripartire. E pian piano, con difficoltà, convincendo il governo, convincendo tutte le istituzioni, si è arrivati a un risultato”.

 Nel momento in cui ci si incontra nuovamente dopo aver fatto un’esperienza comune di quel tipo – ha spiegato Maino Benatti, nel 2012 Sindaco di Mirandola – credo che sentimenti, sensazioni e ricordi siano il perno su cui si costruisce questo incontro. Ovvero l’idea non solo di ricordare, ma anche di riflettere sulle cose fatte. Per esempio l’esperienza di Terre Mosse è stata molto interessante perché era in qualche modo la concretizzazione dello spirito con cui si affrontava il terremoto. Tutti insieme abbiamo fatto quel passo necessario per far rinascere il nostro territorio, partendo da due cose: le scuole e il lavoro. Terre Mosse è l’emblema di quello spirito e di quella voglia di rinascere che ha animato tutti, dai lavoratori e dagli imprenditori fino alle istituzioni. La capacità di ricostruire che abbiamo avuto qui viene considerata come un evento straordinario, ma in un paese normale sarebbe stata la normalità. Purtroppo, invece, la nostra esperienza viene ancora vissuta come qualcosa di straordinario in quanto non è un paese straordinario ma nemmeno normale”.

Queste le parole di Palma Costi, nel 2012 Consigliere Regionale Emilia Romagna: “L’emozione è grande. Ringrazio Terre Mosse per questo invito e soprattutto per aver la possibilità di ritrovarmi con tutte quelle persone, amministratori, associazioni, imprenditori che quel 20 e 29 maggio insieme hanno deciso di reagire immediatamente a quanto ci era successo. A me non sembra che siano passati 10 anni, soprattutto ritrovandomi qua mi sembra che il tempo sia volato. Però se guardiamo quello che eravamo e quello che siamo oggi, intendo chiaramente come ricostruzione fisica ma anche come ricostruzione proprio delle nostre comunità, credo che abbiamo fatto un lavoro veramente straordinario. Ci saranno stati problemi, come sempre. Alcuni ci sono ancora. Però insomma, possiamo dire che questa volta abbiamo vinto anche un terremoto in questa terra. E questo lo abbiamo vinto perché le persone della nostra terra sono il vero valore aggiunto che noi abbiamo”.

 Mi ha fatto molto piacere venire qui su invito di Alberto – ha spiegato Claudio Maioli, manager di Luciano Ligabue e organizzatore di Italia Loves Emilia – perché è un argomento a cui tengo parecchio. Penso sia stato uno dei concerti più emozionanti che ho mai organizzato. Rimane l’eccezionalità di aver riacceso i riflettori sul terremoto a distanza di diversi mesi, c’è stato un concerto tra maggio e giugno a cui abbiamo partecipato insieme a Luciano. Il tema principale era l’emotività, volevamo fare qualcosa che consentisse di mantenere viva l’attenzione dei media sull’accaduto, anche dopo l’estate. Secondo me ci siamo riusciti, c’era un clima fantastico, il livello era alto e tutti gli artisti si sono uniti per quel concerto. Sono stati bravi a creare un clima non competitivo, ma fedele alla causa a cui stavano partecipando”.

 Queste le parole a fine incontro di Alberto Nicolini, Editore di Radio Pico: “È una giornata molto emozionante perché ho voluto che le persone, al centro di questo evento, raccontassero la loro esperienza di sacrifici e capacità di reazione in modo volutamente spontaneo. Non ho detto agli invitati cosa dovevano fare o come sarebbe stata la giornata, a loro ho solamente detto che avremmo raccontato sul palco tutta questa storia”.