03 Lug 2021 Le aziende italiane del progetto “imPURE” protagoniste a Innovabiomed
Ridurre i tempi di produzione dei componenti medicali passando dalle tre settimane attuali a sole 48 ore, con un abbattimento del 90%, trasformando le linee produttive basate sullo stampaggio a iniezione. Presentato a Innovabiomed, il network place per l’innovazione biomedica a Veronafiere il progetto di ricerca europeo “imPURE” che si propone di sviluppare un nuovo concetto di produzione estremamente flessibile sfruttando la tecnologia dell’Additive Manufacturing e le più innovative soluzioni digitali fra cui sensoristica di nuova generazione e intelligenza artificiale.
Il rischio di nuove malattie infettive con potenziale pandemico è considerato da anni una delle principali minacce alla sicurezza sanitaria mondiale e Covid-19 ha purtroppo evidenziato le carenze nella catena di fornitura medica globale, sia a livello di dispositivi di protezione individuale che di strumenti per la cura dei pazienti. Il progetto imPURE nasce in risposta ad una call straordinaria del programma Horizon 2020, lanciata il 22 maggio dell’anno scorso dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di finanziare lo studio di processi produttivi “agili” per riconvertire velocemente le linee di stampaggio biomedicali in risposta alle richieste di forniture straordinarie per contrastare il dilagare di una pandemia.
Il progetto di ricerca europeo “imPURE – Injection Moulding Repurposing for Medical Supplies enabled by Additive Manufacturing” ha ricevuto un contributo di circa 5,8 milioni di Euro dalla Commissione Europea; coinvolge complessivamente 19 partner di 8 diversi Paesi europei, coordinati dall’Università Tecnica di Atene. Queste le aziende italiane partecipanti al progetto: distrettobiomedicale.it, Sidam di Mirandola, Iungo di Modena, Warrant Hub di Correggio (RE), Stil Gomma di Bergamo e Producta di Macerata.
(In foto la mascherina BergaMask, uno dei 3 casi di studio su cui si sta portando avanti l’attività di ricerca e sviluppo del progetto imPURE)